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La Rete Qubì

29 luglio 2020

Centro Estivo Il Tappeto Volante

Dal 29 giugno al 24 luglio siamo una delle sedi de “Il tappeto volante”, primo esempio di progetto partecipato dalla rete di quartiere che si allaccia al bando Qu.Bi di Fondazione Cariplo.

Un grande sforzo organizzativo, ma abbiamo ritenuto doveroso esserci: i bambini e i ragazzi dei nostri quartieri hanno sofferto troppo in questi mesi di isolamento forzato, bisognava dare loro un’occasione di svago, creatività, movimento, luce, nel segno della sicurezza e delle regole.

A proposito di QuBì e dell’impegno delle associazioni… condividiamo la lettera che il collegio docenti della T. Livio ci ha inviato.

“Care Martina, Cristina, Mariangela…e tutti gli operatori della rete Qubì, care “sentinelle” di quartiere, di pianerottolo, di vicinato, come ringraziarvi per il “vaccino sociale” che avete messo in circolo?!?
Siete riusciti a portare nelle famiglie più fragili del nostro quartiere non solo pacchi alimentari, medicine e compiti, ma anche parole di speranza e una forte empatia, ricollegando fili comunitari che qualcuno pensava spezzati per sempre!
Quando l’angoscia del contagio ci costringeva a rimanere in casa, in isolamento, voi avete sempre tenuto le porte aperte, attivandovi per risolvere i problemi e i disagi delle famiglie e aiutando noi insegnanti a raggiungere gli alunni meno fortunati, con una logica che supera l’individuo e diventa di riconoscimento collettivo.
Insieme a voi abbiamo rafforzato il concetto di identità che deve servire non per frammentarsi in gruppi più piccoli, ma per riconoscere l’altro come uguale a sé, come appartenente a una comunità.
E proprio insieme a voi la scuola è ripartita riallacciando quei legami che la pandemia sembrava aver strappato e che ci hanno consentito di riconoscerci nel “noi”. La forza del virus ci ha messo di fronte alla nostra debolezza, ma ci ha rivelato anche la nostra forza potenziale, di relazione, cura, ricucitura. La stessa di cui ci hanno dato prova i medici e gli infermieri.
E proprio come il grido di allarme dei medici avete saputo risvegliare le coscienze rendendo il concetto di “cura” un concetto collettivo, che si è ramificato sul territorio, nei quartieri, nelle strade.
Ci avete aiutato a far sentire la nostra presenza a famiglie disorientate, che hanno sempre trovato nella scuola dei punti di riferimento.
Avete portato “la scuola a casa”, consegnando PC e tablet ad alunni che cercavano uno spazio di normalità in quelle giornate sospese e immobili, uno spazio come un’oasi non contaminata dal dolore e dall’angoscia di quei giorni.
Tutto questo perché la scuola è abitata anche da persone appassionate come voi, che sostenete i ragazzi nei vostri preziosi doposcuola, che svolgete attività ricreative e culturali nel quartiere, che, come noi, siete consapevoli che essere parte del percorso di formazione e crescita di un ragazzo è un privilegio.
L’esperienza intrapresa insieme a voi ha lasciato un segno profondo. Ci ha reso consapevoli che il concetto di distanziamento sociale è lontanissimo da qualsiasi idea di scuola e di comunità. Ci fa ribadire che la relazione non è qualcosa che si aggiunge alla didattica come un’appendice esterna, ma è la condizione di ogni didattica e che dunque non puo’ esistere didattica “a distanza”.
Al di là dello sterile dibattito sul problema della sicurezza nelle scuole siamo convinti che è necessario uno sforzo collettivo per ripensare alla rimodulazione dell’attività didattica, che deve portare la scuola nella città, nei quartieri, nei territori, nei luoghi culturali e reinserirla come protagonista nella nostra vita sociale.
Se il lockdown ci ha privato di quel senso di libertà, voi, col vostro impegno e la vostra passione, avete dimostrato che la libertà non può essere vissuta senza il senso della solidarietà.”
Arrivederci a presto.
Le “sentinelle” della Tommaso Grossi
a nome di tutto il Collegio docenti